Books

Spingendo la notte più in là di Mario Calabresi

È la mattina del 17 maggio 1972, e la pistola puntata alle spalle del commissario Luigi Calabresi cambierà per sempre la storia italiana. Di lì a poco il nostro paese scivolerà in uno dei suoi periodi più bui, i cosiddetti “anni di piombo”, “la notte della Repubblica”. Quei due colpi di pistola però non cambiarono solo il corso degli eventi pubblici, ma sconvolsero radicalmente la vita di molti innocenti. La storia dell’omicidio Calabresi è anche la storia di chi è rimasto dopo la morte di un commissario che era anche un marito e un padre. E di tutti quelli che hanno continuato a vivere dopo aver perso la persona amata durante la violenta stagione del terrorismo. Mario Calabresi, oggi giornalista di “Repubblica”, racconta la storia e le storie di quanti sono rimasti fuori dalla memoria degli anni di piombo, l’esistenza delle “altre” vittime del terrorismo, dei figli e delle mogli di chi è morto: c’è chi non ha avuto più la forza di ripartire, di sopportare la disattenzione pubblica, l’oblio collettivo; e c’è chi non ha mai smesso di lottare perché fosse rispettata la memoria e per non farsi inghiottire dai rimorsi. La storia della sua famiglia si intreccia così con quella di tanti altri (la figlia di Antonio Custra, di Luigi Marangoni o il figlio di Emilio Alessandrini) costretti all’improvviso ad affrontare, soli, una catastrofe privata, che deve appartenere a tutti noi.

La Fortuna non esiste di Mario Calabresi

Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi.” Come si esce da una crisi, come si supera una perdita, un insuccesso, un fallimento? C’è chi ha avuto la forza di rimettersi in piedi dopo che l’azienda in cui lavorava ha chiuso, chi ha rifiutato di arrendersi dopo che la recessione lo aveva costretto a vendere la casa in cui viveva e a partire per chissà dove, chi ha ritrovato la forza di andare avanti dopo che un lutto sembrava avergli tolto una ragione per vivere. Due anni in viaggio attraverso l’America, trentasei Stati, l’elezione presidenziale più emozionante che si ricordi e tante vite di gente comune. Ma al centro di tutto questo per Mario Calabresi c’è una sola domanda: che cosa accade nel cuore di chi cade e trova la forza di rialzarsi? Magari con fatica, con dolore, ma con tenacia incrollabile e soprattutto senza aspettare la fortuna? Qual è il segreto di una nazione e della sua gente, capace da sempre – ma oggi più che mai – di reinventarsi da zero, di darsi una seconda chance, di eleggere un presidente nero contro ogni previsione, di rimettersi in cammino anche dopo che la più grave recessione del dopoguerra ha travolto la vita di milioni di persone? Questo libro andrebbe letto in uno di quei momenti in cui si è sdraiati a terra e non si ha la forza di rimettersi in piedi. Perché racconta di persone, di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi, anche quando nessuno lo avrebbe ritenuto possibile.

Il conte di Montecristo di Alexandre  Dumas

 Il romanzo fu pubblicato nel 1844. Edmondo Dantès, marinaio, prigioniero, misteriosamente ricco, mette a soqquadro l’alta società parigina. Imprigionato a Marsiglia nel 1815, il giorno delle nozze, con la falsa accusa di bonapartismo, rimane rinchiuso per 14 anni nel castello di If, vittima della rivalità in amore di Fernando e in affari di Danglars, odiato anche dal magistrato Villefort. Questi i tre nemici su cui, dopo l’evasione, cadrà la terribile vendetta di Dantès. Il romanzo associa, senza la preoccupazione di una trama logica e ragionata, le più incredibili avventure con l’aiuto anche di uno stile agile e incalzante. Questa nuova edizione contiene uno scritto di André Maurois.

  

 Gomorra di Roberto Saviano

 Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra.

“Ora invece la flessibilità dell’economia ha determinato che piccoli gruppi di boss manager con centinaia di indotti, ognuno con compiti precisi, si siano imposti sull’arena economica e sociale. Una struttura orizzontale, molto più flessibile di Cosa Nostra, molto più permeabile a nuove alleanze della ‘ndrangheta, capace di alimentarsi continuamente di nuovi clan, di nuove strategie, gettandosi sui mercati d’avanguardia.”
 
 
  
Le cinque equazioni che hanno cambiato il mondo di Michael Guillen
 
 Convinto che la matematica sia una sorta di linguaggio poetico, l’autore, nello scrivere questo saggio, ha raccolto un’ardua sfida: illustrare e “tradurre” per i “non esperti” il fondamentale apporto di cinque geni indiscussi (Newton, Bernoulli, Faraday, Clausius e Einstein) ai vari campi del sapere scientifico, tratteggiando nel contempo una ricostruzione delle loro vicende umane e professionali.
 
 
  
 
 
 
 L’Altra casta di Stefano Livadiotti
 
I sindacati sono oggi nel pieno di una profonda crisi di legittimità, che rischia di cancellare anche i loro meriti storici. L’autore sostiene che lo strapotere e l’invadenza delle tre grandi centrali confederali, e le sempre più scoperte ambizioni politiche dei loro leader, hanno prodotto nel paese un senso di rigetto. Lo documentano i più recenti sondaggi d’opinione: solo un italiano su venti si sente pienamente rappresentato dalle sigle sindacali e meno di uno su dieci dichiara di averne fiducia. L’immagine del sindacato come di un soggetto responsabile, capace di interpretare gli interessi generali, si è dunque dissolta. E ha lasciato il posto a quella di una casta iperburocratizzata e autoreferenziale che ha perso via via il contatto con il paese reale, quello delle buste paga sempre più leggere e delle fabbriche dove si muore troppo spesso. Un apparato che, in nome di una concertazione degenerata in diritto di veto, pretende di avere l’ultima parola sempre e su ogni cosa. Che si presenta come il legittimo rappresentante di tutti i lavoratori. Ma bada in realtà solo agli interessi dei suoi iscritti, che valgono ormai meno di un quarto dell’intero sistema produttivo nazionale. E perciò si mette puntualmente di traverso a qualunque riforma in grado di mettere in discussione uno status quo fatto di privilegi.
  
Se li conosci li eviti di Marco Travaglio
 
La carta d’identità dei nostri “rappresentanti” e la storia di quello che hanno detto e hanno fatto. Per capire quello che potranno fare. Luogo e data di nascita, curriculum, segni particolari, fedina penale, assenze in parlamento e frasi celebri. Il momento peggiore della nostra vita repubblicana. Un libro che è utile avere come guida non solo al parlamento, ma anche all’Italia sfibrata e stravolta di questi anni. Sono più di 150 politici, vecchi e nuovi. Con una piccola schiera di virtuosi (o quasi) che hanno diritto alla citazione. Sono pochi e si notano di più.

 

 

 Storia di Craxi. Miti e realtà della sinistra italiana di Ugo Finetti

A dieci anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, la ricostruzione del ruolo che svolse nella sinistra e nel governo dell’Italia dovrebbe cominciare a uscire da una sorta di “coprifuoco”. La distinzione tra lo “statista” e il “latitante” non è una soluzione: prima di giudicare, bisogna capire che cosa è realmente accaduto. La storia di Craxi si sviluppa essenzialmente attraverso una successione di lotte – nel partito, nella sinistra italiana, tra le formazioni di governo, tra maggioranza e opposizione – in cui l’andare in minoranza fu anche una scelta. In particolare, nel caso di Bettino Craxi siamo di fronte alla formazione di una leadership politica che è legata alla crescita di una nuova generazione post-frontista e postmarxista nella sinistra italiana. L’ascesa di Craxi non è un colpo di Stato in Italia, lo sbarco di un alieno nel Partito socialista. Quella che fu definita come “mutazione genetica” del Psi avvenne attraverso quindici congressi in cui Craxi ebbe un ruolo prima marginale e poi, man mano, di primo piano. Furono congressi in cui vinse oppure perse, fece forzature e compromessi in un quadro in cui compaiono tante personalità e avvenimenti che lo contrastarono, lo condizionarono, lo rafforzarono. Scrivere la storia di Craxi significa quindi ripercorrere un arco di quarant’anni. Il bilancio storico riguarda non solo il Psi, ma il modo in cui nella sinistra italiana sono state gettate le basi per una cultura di governo. 

Costruire una cattedrale. Perché l’Italia deve tornare a pensare in grande di Enrico Letta

Due operai stanno ammucchiando mattoni lungo una strada. Passa un viandante che s’informa sulla natura del loro lavoro. Uno modestamente risponde: “Sto ammucchiando mattoni”. L’altro esclama: “Innalzo una cattedrale!”. Il primo degli operai descritti da Pietro Nenni in Parlamento, nel 1959, impila pietre: per sé e per guadagnarsi da vivere oggi. Il secondo fa esattamente lo stesso, ma sa di costruire qualcosa di grande per il futuro. Proprio il futuro è l’orizzonte di riferimento di chi contribuisce alla costruzione di una cattedrale. Un lavoro che costa fatica, non produce vantaggi personali immediati, ma rimarrà nei secoli. E la cattedrale si rivelerà tanto più solida e splendente quanto maggiore sarà la partecipazione della comunità alla sua realizzazione. Il nostro Paese ne è disseminato: opere dell’ingegno e dell’arte fatte in nome di un progetto alto e condiviso. Oggi è difficile anche solo immaginare qualcosa di simile. Che ne è stato di quell’ansia di futuro? Enrico Letta non ha dubbi: anche la crisi economica e sociale che stiamo vivendo è figlia del “presentismo”. Della tendenza a sacrificare all’utilità del momento ogni investimento nel futuro che richieda tempo, capacità, pazienza. L’Italia è ammalata di “presentismo” come e forse più degli altri Paesi avanzati. La politica riflette e amplifica questa malattia. Eppure, è questo il momento di ritrovare l’ambizione di realizzare progetti solidi e duraturi. La cattedrale può essere una risposta alla crisi.

Le Macchine invisibili di Piero Bianucci

La cucina è un laboratorio: spaghetti e pollo arrosto sono il risultato, più o meno gradevole, di un vortice di reazioni bio-fisiche. In camera da letto avvengono reazioni ancora più delicate: piccole invenzioni come cerniere lampo, reggicalze e bottoni a pressione in posizione strategica talvolta hanno effetti travolgenti. In bagno sono molecole a due facce, una idrofila e una idrofoba, a combattere la millenaria guerra alla sporcizia. Satelliti artificiali portano il mondo davanti al divano del salotto e un laser ci fa ascoltare Madonna o i Berliner Philharmoniker. Computer e Internet mettono un miliardo di persone alla portata di un clic… Dal forno a microonde al lettore di DVD, dall’aspirapolvere alla lavatrice, decine di macchine fanno della nostra casa una tana accogliente. Dietro ci sono secoli di scienza, geni come Faraday e Einstein. Eppure a queste macchine siamo così abituati che per noi sono diventate invisibili, “scatole nere” dal contenuto misterioso. Questo libro racconta la loro storia, a cominciare dai 30-40 motori elettrici che lavorano come docili schiavi nascosti negli elettrodomestici. Scienza e tecnologia hanno migliorato l’esistenza umana in modo incredibile: è merito loro se nel 1900 si campava in media 44 anni e oggi 80: saponetta e frigorifero hanno salvato più vite degli antibiotici.

 

Il Profeta di Khalil Gibran

Nei versi di Khalil Gibran, il profeta della pace, il poeta che continua ad affascinare con i suoi messaggi di giustizia e di speranza, affiora tutta la fragilità dell’uomo, ma anche la volontà di riscatto e la tensione verso un mondo migliore. L’autore di questo straordinario capolavoro ha avuto una vita tormentata che ha ispirato “Seguirò il mio cuore”, il romanzo che completa questa nuova traduzione de “Il Profeta” e racchiude episodi finora sconosciuti e lettere inedite.

 

 

Il genio dei numeri. Storia di John Forbes Nash jr, matematico e folle di Sylvia Nasar

Nulla è stato normale nella vita di John Nash: le 27 paginette della sua tesi di dottorato diedero una spinta risolutiva alla teoria dei giochi, insegnò al MIT di Boston, ricevette, nel 1994, il Premio Nobel per l’economia… Una carriera prestigiosa, ma c’è l’altra faccia della medaglia: ripudia la donna che gli ha dato un figlio, è arrestato per omosessualità, piomba nella depressione e consuma buona parte della sua vita nei labirinti della follia e dell’emarginazione. Sarà l’affetto di chi gli è rimasto vicino a restituirlo alla vita e ai suoi studi.

 

 

 Il bar delle grandi speranze di J. R. Moehringer

Cresce catturato da una voce, J.R. La voce di suo padre, un disc-jockey di New York che ha preso il volo prima che lui abbia detto la sua prima parola. Seduto sul portico della vecchia casa dei nonni, con l’orecchio schiacciato contro la radio, vorrebbe spremere da quel timbro caldo e baritonale i segreti dell’identità e del mondo degli uomini. Sua madre è il suo mondo, ma lui cerca, desidera ardentemente anche qualcosa di più, qualcosa che riesce, debolmente ma ossessivamente, ad avvertire solo in quella voce. A otto anni, quando anche la voce alla radio scompare, J.R. corre fino al bar all’angolo, e lì scopre un nuovo mondo, e un coro turbolento di nuove voci. Sono poliziotti e poeti, allibratori e soldati, star del cinema e pugili suonati, la varia umanità che si rifugia al Dickens per raccontare le proprie storie o scordare i propri guai. Saranno quelle “mosche da bar”, uomini come Steve, come zio Charlie, che si atteggia un po’ a Bogart, come Colt, con il suo timbro da orso Yoghi, come Joey D, un picchiatore dal cuore tenero, sarà anche quel mondo di uomini divertito o dolente a crescere J.R., a prendersi cura di lui, a farne un uomo, come una specie di paternità su commissione. Una storia di formazione e riscatto, di turbolento amore tra una madre e il suo unico figlio, ma anche il racconto della lotta di un ragazzo per diventare uomo e un ritratto di come gli uomini rimangano, nel fondo del loro cuore, dei ragazzi perduti.

 

Un messico napoletano di Peppe Lanzetta

La storia di una diciannovenne napoletana, la Rossa, in un arco di tempo che va dalla primavera all’ultimo dell’anno. Muovendosi nei più infimi quartieri di Napoli, con una breve e sfortunata capatina sulla riviera romagnola, la protagonista precipita sotto la soglia dell’inferno quotidiano, nel quale an- naspano la sua famiglia e gli amici, fino a trovare la morte in una spiaggia desolata, per mano di due killer, nella notte di San Silvestro.

 

 

Un Cappello pieno di ciliege di Oriana Fallaci

“Ora che il futuro s’era fatto corto e mi sfuggiva di mano con l’inesorabilità della sabbia che cola dentro una clessidra, mi capitava spesso di pensare al passato della mia esistenza: cercare lì le risposte con le quali sarebbe giusto morire. Perché fossi nata, perché fossi vissuta, e chi o che cosa avesse plasmato il mosaico di persone che da un lontano giorno d’estate costituiva il mio Io.” Così comincia questa straordinaria epopea della famiglia di Oriana Fallaci, una saga che copre gli anni dal 1773 al 1889, con incursioni nel passato e in un futuro che precipita verso il bombardamento di Firenze del 1944. E una storia dell’Italia rivoluzionaria di Napoleone, Mazzini, Garibaldi, attraverso le avventure di uomini come Carlo che voleva piantare viti e olivi nella Virginia di Thomas Jefferson, Francesco marinaio, negriero e padre disperato, e donne indomite come la Caterina che alla fiera di Rosìa indossa un cappello pieno di ciliege per farsi riconoscere dal futuro sposo Carlo Fallaci, o come una bisnonna paterna, Anastasìa, figlia illegittima, ragazza madre, pioniera nel Far West. Dopo anni di ricerche, l’autrice ha visto la cronaca familiare trasformarsi in “una fiaba da ricostruire con la fantasia”: “la realtà prese a scivolare nell’immaginazione e il vero si unì all’inventabile poi all’inventato… E tutti quei nonni, nonne, bisnonni, bisnonne, trisnonni, trisnonne, arcavoli e arcavole, insomma tutti quei miei genitori, diventarono miei figli”.

 

Intervista con la storia di Oriana Fallaci

Nel corso della sua lunga vita Oriana Fallaci si trovò più volte a incontrare i potenti della terra. Davanti a ognuno di questi personaggi, non provò mai timore reverenziale o timidezza. Al contrario, seppe affrontarli senza indietreggiare di un passo, con sguardo lucido e con il piglio critico che continuano a farne anche oggi, a due anni dalla sua scomparsa, una delle maggiori interpreti del nostro tempo. “Intervista con la storia” raccoglie i ritratti-interviste-interrogatori con Henry Kissinger, Willy Brandt, il Negus d’Etiopia, lo Scià di Persia, Indirà Gandhi, Ali Bhutto, Giulio Andreotti, Golda Meir, Yasser Arafat, Alekos Panagulis…

 

Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez

E’ la storia centenaria della famiglia Buendia e della città di Macondo. In un intreccio di vicende favolose, secondo il disegno premonitorio tracciato nelle pergamene di un indovino, Melquiades, si compie il destino della città dal momento della sua fondazione alla sua momentanea e disordinata fortuna, quando i nordamericani vi impiantarono una piantagione di banane, fino alla sua rovina e definitiva decadenza. La parabola della famiglia segue la parabola di solitudine e di sconfitta che sta scritta nel destino di Macondo, facendo perno sulle 23 guerre civili promosse e tutte perdute dal colonnello Aureliano, padre di 17 figli illeggittimi e descrivendo in una successione paradossale le vicende e le morti dei vari Buendia.

 

Lo Statista. Il ventennio berlusconiano tra fascismo e populismo di Massimo Giannini

Le ultime cinque legislature saranno ricordate come il Ventennio berlusconiano: Silvio Berlusconi è infatti riuscito, sia da capo del governo che da leader dell’opposizione, a dettare la propria agenda di priorità. A questo atteggiamento la sinistra non ha saputo far altro che opporre delle risposte ondivaghe: a volte attraverso un antiberlusconismo intransigente, gridando al “regime”, e giudicando Berlusconi un “politicante” inadeguato a guidare il Paese; altre volte offrendo un’ambigua disponibilità a creare insieme regole condivise ma uscendone sempre sconfitta. Questi comportamenti si sono rivelati inadeguati dopo la vittoria elettorale del Popolo della libertà alle elezioni del 13 aprile 2008. Da quel momento si è aperta una nuova stagione: Berlusconi ha costruito un blocco elettorale solidissimo. In questo saggio, Giannini analizza il fenomeno Berlusconi secondo una metodologia nuova: rileva i tratti di originalità rispetto al passato del nuovo governo berlusconiano e dimostra come l’idea di una comunanza di modi tra il regime fascista e quello berlusconiano non sia per nulla peregrina, ma abbia delle solide basi. Infine si rivolge anche alla sinistra, e in particolare al Partito democratico, invitandolo a riflettere seriamente sulla sconfitta elettorale e a ricominciare da capo, perché Berlusconi si può battere solo se lo si comprende davvero, senza banalizzare lui e l’elettorato che rappresenta e allo stesso tempo sapendo rinnovare se stessi. 

L’ audacia della speranza. Il sogno americano per un mondo nuovo di Barack Obama

Qualche anno fa, con il discorso introduttivo alla convention del Partito democratico entusiasmò il pubblico, ricordando quell’ottimismo nel futuro, da lui definito “audacia della speranza”, che ha sempre guidato il popolo americano. Avvocato, esperto di diritti civili, senatore per l’Illinois nelle file dei democratici moderati, Barack Obama è uno dei candidati favoriti alla nomination democratica per le elezioni presidenziali del 2008. Mentre la sua principale avversaria, Hillary Clinton, è l’espressione di una dinastia e dell’establishment, “il Kennedy nero”, come è stato battezzato, è il leader carismatico che rappresenta il cambiamento. In questo libro, Obama si racconta: essere nato da una madre del Kansas e un padre keniano, aver avuto un patrigno indonesiano e aver vissuto la sua giovinezza tra Hawaii e Indonesia lo rendono capace di rivelare con lucidità i difetti del mondo globalizzato. E di mettere a punto un “piano di battaglia” e un concreto progetto di “frontiera” per affrontare i gravi problemi del gigante malato: la crescente insicurezza economica delle famiglie americane, le tensioni razziali e religiose interne al corpo politico, le minacce globali, dal terrorismo agli imminenti pericoli ecologici. Un ritorno allo spirito democratico e ai valori che sono alla base della Costituzione. E il coraggio di offrire un nuovo sogno ai cittadini statunitensi e a tutti i popoli del mondo. Con un’introduzione di Walter Veltroni.

 Storie di vagabondaggio di Hermann Hesse

La figura del vagabondo ricorre con significativa frequenza nel mondo poetico e narrativo dell’indimenticabile autore di Siddharta. Innamorato degli alberi e delle nuvole, osservatore incantato ma lucido della vita degli uomini e degli animali, il viandante di Hesse, vagabondo senza patria alla ricerca della patria, incarna la sete di conoscenza dello scrittore stesso. Anche in questa raccolta di racconti il viaggio si configura come avventura dello spirito e ricerca di una identità forse irrevocabilmente perduta. Il cammino di Knulp, al margine della strada e della vita, il viaggio “autunnale” concluso nella nebbia, la ricognizione di vagabondaggio altro non sono se non tappe di un processo di appropriazione interiore. Il Wanderer assume così i connotati dell’uomo moderno, l’uomo senza maschera e senza difesa, arreso alla nudità dell’esistenza e al flusso della caducità.

 

Progettare l’energia. La sfida delle fonti energetiche pulite, rinnovabili, sicure per l’uomo e l’ambiente

a cura di Umberto Veronesi

Non si può aspettare che il petrolio e il gas si esauriscano. La salute dell’uomo e dell’ambiente, i costi crescenti, il maggiore fabbisogno dei paesi emergenti come Cina, India e Brasile richiedono una risposta tempestiva al problema energetico. La scienza possiede già gli strumenti per sfruttare nuove fonti di energia pulite e rinnovabili. Ora occorre agire a livello economico e politico per fare scelte vantaggiose e sostenibili. Dalla Conferenza per il Futuro della scienza un dibattito fra gli esperti.

 

 

Esco a fare due passi di Fabio Volo

Nico, ventotto anni, un lavoro da deejay in una radio, un discreto successo con le donne, è il protagonista di questo libro. Affetto da una inguaribile sindrome di Peter Pan, si cimenta con i grandi temi della vita. Attraverso le sue riflessioni Fabio Volo ci accompagna senza pudori o inibizioni in un divertente viaggio nell’universo giovanile. E parlando di sesso, canne, musica e amicizie, cerca di mettere a nudo quella parte di noi che teniamo sempre nascosta.

 

 

Domani a mezzogiorno

a cura di Gianni Pittella e Marco Esposito

Il Mezzogiorno vive uno dei tornanti più difficili della sua storia, fiaccato da politiche nazionali che non solo sul piano finanziario ma anche su quello delle scelte economiche e istituzionali sono nettamente ostili e indebolito da carenze e limiti gravi propri, della sua classe dirigente, intesa in senso lato, e della sua comunità. In queste condizioni precarie il Sud d’Italia si accinge ad affrontare appuntamenti decisivi per il suo futuro. Nell’arco di qualche anno si vota per il rinnovo delle assemblee e dei governi regionali, si attua o si dovrebbe attuare la nuova legislazione federalista, si spendono o si dovrebbero spendere i fondi europei del 2007-2013, si prepara il nuovo quadro comunitario 2013-2020. E si consumano scelte importanti che attengono ai programmi di sviluppo di grandi centri di spesa nazionali e internazionali che, con un Mezzogiorno debole e screditato, continueranno a investire prevalentemente al Centro-Nord o in altre aree del mondo ben più attrattive perché offrono maggiori opportunità con legislazioni e regimi fiscali favorevoli, servizi e infrastrutture di qualità, garanzie di sicurezza. In questo contesto nasce questo libro, nutrito dalla speranza di offrire ai nostri lettori e al dibattito politico e culturale un’analisi attualizzata senza pregiudizi e partigianerie, ma condotta con spirito critico.

 

Passionaccia di Enrico Mentana

Conoscere il mondo per cambiarlo, o perlomeno per spiegarlo: è la vocazione di quelli che il giornalismo lo hanno preso da giovani, come una malattia. Enrico Mentana ne racconta il decorso, che nel suo caso coincide con tutte le storie che in questi anni hanno segnato la vita pubblica nazionale. Che si parli della stagione di Tangentopoli o del dramma di un sequestro, di una nuova testata giornalistica o di una “discesa in campo”, c’è sempre nel risvolto di ogni vicenda un insegnamento per la libertà di informare e per il dovere civile di tutti. Tra guerre, sfide politiche, lotte giudiziarie, errori e orrori di cronaca, Mentana ha vissuto faccia a faccia con i fatti e i personaggi che sono entrati in tutte le case d’Italia, depositario della responsabilità di mostrare giorno per giorno la realtà e i suoi lati oscuri. Ognuna di queste storie è specchio dei tempi, dei poteri che governano, degli equilibri che li legano. Raccontate da chi si è trovato, mentre accadevano, nei luoghi forti del giornalismo, disegnano un ritratto originale, con i tic e meschinità, ma nonostante tutto anche l’emozione, che appartengono tanto alla quotidianità di spettatori quanto al mestiere di chi informa. C’è chi lo fa per noia, o per professione. E chi lo fa per “l’ebbrezza di avere in mano il potere della notizia, e di diffonderlo senza usarlo per nessun altro fine”. La morale è una sola: che non è questione di buoni o cattivi, di giusto o ingiusto, ma di obiettività o no, di rigore o no, di “passionaccia” o no.

L’oro della Camorra di Rosaria Capacchione

L'ORO DELLA CAMORRACome i boss casalesi sono diventati ricchi e potenti manager. Che influenzano e controllano l’economia di tutta la Penisola, da Casal di Principe al centro di Milano.

Sciascia diceva: “I mafiosi odiano i magistrati che ricordano”. I Casalesi odiano anche gli scrittori che fanno conoscere a tutto il mondo il loro vero volto. – Franco Roberti, coordinatore della Dda di Napoli. Non più e non solo vendette efferate, morti ammazzati per strada, faide di paese: il nuovo volto della criminalità organizzata campana, la nuova forma del potere mafioso, ha il colore dei soldi, si radica nei corridoi di palazzo, si nasconde e prolifera dietro cifre a molti zeri e l’anonimato delle operazioni finanziarie. I boss – Michele Zagaria, Francesco Bidognetti, Antonio Iovine, FrancescoSchiavone – sono diventati manager. Da Casal di Principe hanno risalito lo stivale, attraversando l’Umbria delle aziende agricole, la Toscana degli alberghi, l’Emilia Romagna dei locali notturni, fino alla Milano di Piazza Affari.Un impero – quello dei Casalesi – che ha esteso le sue attività al settore degli immobili, dei supermercati, dell’Alta Velocità, intrecciando sempre più i propri affari con la vita della società civile e con le grandi opere del nostro Paese. Nella ricostruzione di una giornalista che è cresciuta a fianco della camorra e che dal 13 marzo 2008 vive sotto scorta, la scalata di una potenza sotterranea capace di muovere centinaia di migliaia di euro in contanti e tirare i fili di settori chiave dell’economia italiana.

Lascia un commento